Blasonatura
Troncato: il PRIMO, di verde, alle tre foglie di faggio, poste una, due, d’oro; il SECONDO, di rosso, al libro aperto, d’argento, la prima facciata con la scritta in lettere maiuscole di nero e in quattro righe PAX TIBI MAR CE, la seconda facciata similmente scritta e in quattro righe EVAN GELI STA MEUS; il tutto fiancheggiato: a destra, di azzurro, alla colonna toscana di argento, sostenuta dalla pianura di verde, sormontata dalla stella di otto raggi, d’oro; a sinistra, di azzurro, alla colonna toscana d’argento, similmente sostenuta ed accompagnata.
(DPR 27/2/2009, CONCESSIONE)
Note
Ideato da Rodolfo Lino Invernizzi, professore di Storia dell’Arte in un liceo di Bergamo e residente a Fuipiano, lo stemma è stato realizzato ex novo perché il Comune non ne ha mai posseduto uno. L’emblema vuole tramandare la storia e le caratteristiche geografiche del paese.
È lo stesso professore che spiega il significato degli elementi.
In uno scudo troncato, diviso in due da una linea orizzontale, nella parte superiore, su fondo di verde, le tre foglie di faggio, poste una, due, d’oro richiamano l’etimo del paese che vuol significare piano dei faggi.
La parte inferiore, su fondo di rosso, è caratterizzata dal libro aperto con il celeberrimo motto marciano, PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEUS, a ricordare i secoli di appartenenza allo stato veneto. Lo scudo poi è completato da due porzioni, uguali e simmetriche, che fiancheggiano la parte centrale. Su fondo d’azzurro la colonna toscana di argento, dell’ordine tuscanico, liscia, senza scanalature o altri decori, è simbolo di tradizione, forza e stabilità, aspirazione verso alti ideali, rappresentati dalla stella di otto raggi, d’oro. Le due colonne, dunque, in analogia con le colonne d’Ercole, indicano la frontiera; in passato la contrada di Arnosto, sede del municipio, è stata per secoli la dogana della Repubblica di Venezia nei territori di terraferma. La pianura di verde, che sostiene la colonna, riecheggia l’ambito montano nel quale è collocato il paese.